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Nov

Streptococcus suis, un problema non solo suino

Streptococcus suis, un problema non solo suino

Streptococcus suis è uno dei principali agenti patogeni del suino e può causare malattia anche nell’uomo. Questo batterio è un abitante naturale delle prime vie respiratorie dei suini ed è endemico di tutti i paesi produttori di suini. Nei suini, S. suis provoca meningite, setticemia, poliserosite, artrite ed endocardite, principalmente durante il periodo successivo allo svezzamento; è fonte di preoccupazione per gli allevatori a causa delle potenziali perdite economiche e rappresenta una delle principali cause, se non la prima, di consumo di antibiotici nel suino, in particolare amoxicillina.

Attualmente si conoscono 29 diversi sierotipi di S. suis. La maggior parte delle infezioni da S. suis nell’uomo e nei suini è causata dal sierotipo 2, ma i sierotipi predominanti che causano la malattia invasiva nei suini variano a seconda dell’anno e del Paese.

Controllo di S.suis

Il controllo delle infezioni da S. suis include il miglioramento delle condizioni ambientali (in particolare controllo della temperatura, umidità e ricambio d’aria), manageriali (TPTV, no rimescolamenti e riduzione della densità), riduzione del numero, durata ed intensità degli episodi di PRRS e altre malattie infettive. Inoltre, è anche possibile vaccinare sia le scrofe sia i suinetti, ma i vaccini attualmente disponibili forniscono solo una protezione limitata ai sierotipi in essi contenuti. Pertanto, ancora oggi il controllo delle infezioni da S. suis nei suini si basa principalmente sul trattamento con antibiotici.

Ruolo della flora batterica intestinale

Negli ultimi anni è stato ipotizzato che un microbiota intestinale equilibrato non solo influenza positivamente la risposta immunitaria della mucosa intestinale, ma coinvolge anche la regolazione dello stato immunitario dei tessuti polmonari, tramite l’asse “intestino-polmone”. Per questo motivo l’uso eccessivo e/o scorretto di antibiotici non solo rappresenterebbe un problema potenziale per la salute umana, tramite il possibile passaggio di ceppi di S.suisantibiotico-resistenti dal suino all’uomo, ma sembrerebbe favorire l’insorgere, il perdurare ed il diffondersi dei problemi di streptococcosi negli stessi allevamenti suini. Per non parlare del fatto ampiamente assodato, che l’uso protratto di amoxicillina favorisce la comparsa dei batteri patogeni intestinali, a causa della mancata azione di contrasto da parte della flora batterica intestinale commensale.

Pertanto, e specularmente a quanto appena scritto, tutto ciò che favorisce un corretto sviluppo della flora batterica intestinale rappresenta un ulteriore mezzo di prevenzione nei confronti della streptococcosi, oltre che nei confronti delle infezioni enteriche.

Una dieta equilibrata e senza eccessi (in particolare proteici), l’aggiunta alla dieta di prebiotici e probiotici, di acidi organici a catena corta (anche tramite l’acqua) e a catena media e l’eventuale impiego di sostanze fitoterapiche naturali, come gli oli essenziali estratti da piante aromatiche o dalla scorza di agrumi, sono tutte misure che possono aiutare, insieme al management, al controllo ambientale e all’implementazione di un corretto protocollo di biosicurezza aziendale, a ridurre l’incidenza e la gravità della streptococcosi.

Chiedi ad un consulente Maberth come si può agire tramite il mangime e/o l’acqua di bevanda, per contrastare questa malattia batterica, purtroppo sempre attuale.