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2. Infezione da Salmonella nel suino: Impiego dell’acqua di bevanda e dell’alimento

Misure di contrasto tramite l’acqua di abbeverata e l’alimento 

Oltre a garantire la salubrità degli alimenti e la potabilità dell’acqua, tramite l’analisi microbiologica degli stessi, è possibile agire nei confronti di Salmonella anche attraverso l’aggiunta di molecole al mangime e/o all’acqua. Le molecole maggiormente utilizzate sono gli acidi organici, quali acido lattico e acido formico, in quanto la crescita delle salmonelle è inibita da un pH acido, inferiore a 5,5 (che è invece il pH ottimale per i lattobacilli) e non sopravvivono al di sotto di un valore pari a 3,8.

Figura 2: Influenza del pH sulla crescita e moltiplicazione di Salmonella e Lattobacilli (Fonte: Ecolab Cid Lines)

Un’altra possibilità di contrastare gli effetti delle salmonelle è rappresentata dall’aggiunta alla dieta di derivati di origine vegetale (estratti, polveri oppure oli essenziali). Tra queste sostanze sono state studiate in modo esteso il carvacrolo e il suo isomero timolo, presenti nell’olio essenziale di origano e nel timo (a cui conferiscono il loro profumo caratteristico) e la cinnamaldeide, una sostanza organica presente nell’olio di cannella e che le conferisce il caratteristico sapore e odore. Queste sostanze sono dotate di proprietà inibenti la crescita batterica e nel caso della cinnamaldeide è stato dimostrato un effetto sinergico con gli acidi organici a catena breve (es. formico, propionico, butirrico).

Un altro gruppo di sostanze presenti in natura, ad esempio abbondano nella farina di carrube, che sono risultati utili nel contrastare il livello di infezione da Salmonella è rappresentato dai galatto-oligosaccaridi (GOS), noti per svolgere azione prebiotica. I GOS vengono utilizzati per mantenere in salute la flora batterica intestinale e migliorare in generale lo stato di salute dell’intestino, e diversi studi hanno evidenziato la loro capacità di ridurre la presenza nel tratto gastro-intestinale di microrganismi potenzialmente patogeni, tra cui le salmonelle. In natura, oltre che nel latte, essi sono presenti soprattutto in alcuni legumi.

Conclusioni:

La salmonellosi suina è uno dei problemi emergenti della suinicoltura, sia a causa delle implicazioni sulla salute e sulle performance zootecniche degli stessi animali, si per le possibili implicazioni sulla salute dell’uomo (in Europa costituisce oggigiorno una delle principali zoonosi). Il controllo della salmonellosi inizia in allevamento, anzi ancor prima a livello di raccolta e conservazione delle materie prime alimentari e della produzione di mangimi zootecnici. A livello di allevamento, in primo luogo occorre agire con delle misure preventive. Tra queste, va ricordata la vaccinazione delle scrofe e dei suinetti, impiegando vaccini prodotti da aziende farmaceutiche “commerciali” o vaccini stabulogeni prodotti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali appositamente autorizzati, il cui impiego rientra nell’ambito dei piani di autocontrollo della salmonellosi a livello delle singole aziende suinicole. La vaccinazione dei suinetti permette di ridurre frequenza e gravità degli episodi clinici in fase di accrescimento ed ingrasso, mentre quella delle scrofe, tramite una diminuzione dell’escrezione delle salmonelle nell’ambiente, abbassa gradualmente la pressione infettiva in allevamento.

La vaccinazione deve comunque rientrare in un programma di controllo integrato che preveda soprattutto il miglioramento e la standardizzazione delle misure di biosicurezza, tramite la stesura di un piano di biosicurezza ad hoc, che preveda anche misure di controllo nei confronti dei roditori e delle mosche, e l’analisi batteriologica periodica dell’acqua, prelevata non solo all’ingresso in allevamento, ma anche alla fine delle linee di abbeverata (es. dai “succhiotti”).

Nell’ambito di un programma integrato di controllo della Salmonella risultano estremamente utili, soprattutto nelle fasi iniziali, fintanto che le misure preventive di biosicurezza e vaccinali non sortiscono appieno il loro effetto, gli acidificanti dell’acqua e/o mangime e altre misure in grado di contrastare la moltiplicazione delle salmonelle a livello intestinale e migliorare quantitativamente e qualitativamente il microbiota intestinale. Tra queste rientrano anche l’impiego di prodotti fitoterapici e quello dei prebiotici e dei probiotici veri e propri (lattobacilli ed altri microrganismi vivi).

Maberth e la propria consociata PitPharm, ti propongono un approccio integrato alla salmonellosi, basato prevalentemente sulla prevenzione (biosicurezza innanzitutto) e sulla normalizzazione della flora batterica intestinale.

A questo scopo, ci avvaliamo del Servizio Tecnico PitPharm, dedicato alla biosicurezza e al trattamento dell’acqua d’abbeverata e del Servizio Tecnico Maberth, esperto in alimentazione e impiego di prodotti nutraceutici.

Per ogni richiesta di informazioni aggiuntive sulla salmonellosi suina, sui nostri servizi dedicati all’allevamento suino o sui nostri prodotti, puoi inviare una mail a info@maberth.it