
Giornata mondiale dell’acqua-L’acqua è una risorsa naturale inestimabile e un input essenziale nella produzione animale
L’acqua è una risorsa naturale inestimabile e un input essenziale nella produzione animale. È responsabilità di tutti proteggere questa risorsa condivisa utilizzandola in modo responsabile.
L’acqua non può più essere data per scontata principalmente perché l’accesso all’acqua di buona qualità sta diventando sempre più limitato, presentando quindi grandi sfide alla crescita e allo sviluppo della produzione suina.
Poiché il settore zootecnico sta diventando sempre più consapevole del fatto che l’acqua è una risorsa critica per una produzione redditizia, è fondamentale che i produttori adottino strategie di gestione dell’acqua che aiutino a conservare questa risorsa.
Una gestione responsabile dell’acqua nella produzione suina significa soddisfare le esigenze idriche degli animali con acqua sicura e gradevole al palato, garantendo al contempo perdite e sprechi minimi. Oltre a costituire uno spreco, l’uso non necessario aumenta i volumi di stoccaggio e spandimento del liquame, il che ha implicazioni sui costi.
ALCUNI CONSIGLI SU COME RIDURRE IL CONSUMO DI ACQUA IN ALLEVAMENTO
Le migliori opportunità per la conservazione dell’acqua sono semplicemente l’eliminazione delle perdite e l’uso di sistemi di abbeverata efficienti e opportunamente regolati.
- Assicurati che i suini, in particolare i più giovani, abbiano qualcosa di diverso dall’abbeveratoio con cui giocare.
- Ripara tempestivamente le perdite nelle linee idriche: un abbeveratoio che perde a 90 gocce al minuto spreca circa 29 litri di acqua al giorno! (M. Brum 2007).
- È noto da tempo che alcuni dispositivi di abbeveramento comportano più spreco di acqua rispetto ad altri. Gli abbeveratoi a succhiotto sono intrinsecamente inefficienti. Si possono installare delle tazzette sotto gli abbeveratoi a succhiotto per raccogliere l’acqua in eccesso, che può poi essere utilizzata dagli animali.
- Se devi installare una nuova linea d’acqua, informati sulle soluzioni più efficienti, un costo iniziale maggiore viene spesso ripagato da un risparmio sul consumo di acqua e da un minore volume di reflui. Ad esempio, al Banff Pork Seminar del 2007, è stato riferito che in una azienda suinicola Canadese, i succhiotti con morso a palla hanno ridotto la quantità di acqua utilizzata per bere dai suini in accrescimento-ingrasso fino al 46% rispetto ai succhiotti standard!
A prescindere dal tipo di abbeveratoio impiegato, assicurati che la posizione degli abbeveratoi e i flussi (portate) d’acqua siano corretti:
- Gli abbeveratoi devono essere posizionati da 10 a 15 cm sopra la linea dorsale dei suini per ridurre al minimo la quantità di spreco di acqua. Se impostati troppo in basso, il maiale si gira di lato per bere e fino al 60% dell’acqua fuoriesce dall’altro lato della bocca.
- Anche la portata dell’acqua deve essere impostata correttamente. Ad esempio, una portata eccessiva, pari a 900 ml al minuto rispetto a una portata corretta per quella fase di allevamento (suini da 30 a 60 kg p.c.) di 300 ml al minuto, produce 78 litri di liquame in più per suino in 40 giorni (Gadd 1988).
Categoria/età dei suini | Portata (litri/minuto) | Altezza del succhiotto (cm) |
Prima settimana | 0,3 | 15
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Svezzamento | 0,5 – 1,0 | 20 |
Magronaggio-inizio ingrasso | 1,0 – 1,5 | 20 – 30
|
Ingrasso | 1,0 – 1,5 | 30 – 40 |
Verro | 2,0 | 50 – 61
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Scrofa gestante | 2,0 | 50 – 61
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Scrofa allattante | 2,0 | 50 – 61
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Portate d’acqua consigliate e altezze degli abbeveratoi a tettarella per suini di diverse dimensioni (Tratto da: raccomandazioni del “Codice di condotta consigliato per la cura e la gestione degli animali da fattoria – Suini”.)
È stato inoltre dimostrato che le mangiatoie umido-secco riducono lo spreco di acqua e possono persino migliorare le prestazioni dei suini. Nel caso stessi pensando di apportare modifiche alle tue strutture, potresti prendere in considerazione le mangiatoie umido-secco. È stato segnalato che le aziende che utilizzano mangiatoie umido-secco hanno utilizzato il 30 percento di acqua in meno rispetto alle aziende che utilizzano mangiatoie secche. Ciò si è riflesso in volumi inferiori di produzione di liquame.
Operazioni di lavaggio e detersione dei locali di stabulazione e delle attrezzature
È necessario prestare attenzione durante il lavaggio a pressione per garantire che l’igiene necessaria venga raggiunta senza utilizzare più acqua del necessario. Detergenti schiumogeni, “preammollo” e idropulitrici ad alta pressione migliorano l’efficacia del lavaggio con acqua. Questa è un’area in cui un uso attento dell’acqua può fare grandi differenze nel volume utilizzato. L’ammollo preventivo delle strutture di allevamento dei suini per allentare lo sporco seguito dall’uso dell’idropulitrice può aiutare a ridurre la quantità totale di acqua utilizzata per la pulizia. In uno studio riportato da Hurnik (2003) l’ammollo preventivo ha ridotto il tempo di lavaggio del recinto del 40 percento.
QUALITA’ DELL’ACQUA
L’acqua pulita è essenziale per la salute degli animali. L’acqua contaminata non solo contribuisce all’insorgere di patologie, ma può avere un impatto significativo su crescita e produttività. Diversi studi dimostrano come gli animali con accesso ad acqua di buona qualità crescano più velocemente e in modo più sano, riducendo il bisogno di trattamenti antibiotici. L’acqua per la produzione di carne suina deriva da tre fonti principali, vale a dire, acqua di pozzo (di falda), acqua di superficie (di scavo), poco impiegata per i rischi di contaminazione microbica e acqua di conduttura (fornitura pubblica).
Fattori chimici che influenzano la qualità dell’acqua
I fattori chimici che influenzano la qualità dell’acqua includono pH, durezza, solidi totali disciolti (TDS), nitrati e nitriti, solfati, metalli e contaminanti organici.
pH
Un pH dell’acqua compreso tra 6,5 e 8,5 è considerato accettabile per i suini (NRC 1998).
È importante notare che uno studio recente ha dimostrato che alterare il pH dell’acqua ha modificato significativamente lo stato o ha precipitato 15 farmaci comunemente somministrati nel sistema idrico per i suini (Dorr et al. 2009). Occorre quindi evitare di alterare il pH dell’acqua di abbeverata nel momento in cui si somministrano dei medicinali tramite la stessa. Le implicazioni includono una somministrazione non ottimale del farmaco, l’intasamento delle attrezzature (pompe) e delle linee di medicazione e delle linee idriche e la presenza di residui persistenti di farmaco nel sistema che potrebbero cross-contaminare la carne dei suini destinati al macello.
Un problema pratico con un pH dell’acqua elevato è che riduce l’efficacia del cloro utilizzato per il trattamento dell’acqua.
Durezza
La durezza dell’acqua è una misura della somma di cationi bivalenti nell’acqua, che per la maggior parte in circostanze pratiche significa sali di calcio e magnesio, ed è espressa come equivalenti di carbonato di calcio (CaCO3), sebbene sia necessario conoscere la quantità effettiva di calcio e magnesio per essere in grado di prevedere come le prestazioni degli animali potrebbero essere influenzate.
L’acqua con bassi livelli (ad es. <60 ppm; acqua dolce) non ha effetto sulle prestazioni dei suini, ma un’eccessiva assunzione di calcio potrebbe interferire con l’utilizzo del fosforo. Pertanto, i livelli di fosforo nella dieta potrebbero richiedere un aggiustamento quando si utilizza acqua con alti livelli di CaCO3 (>300 ppm).
Il problema pratico più significativo associato all’uso di acqua dura riguarda la deposizione di incrostazioni nel sistema di abbeveramento, che causa gravi problemi di distribuzione dell’acqua e richiede notevoli risorse di manodopera per la gestione. Per questo motivo può essere utile effettuare dei lavaggi periodici dell’impianto idrico, in assenza di animali, impiegando separatamente ed in momenti diversi detergenti alcalini e detergenti acidi, laddove i primi servono a rimuovere le sostanze organiche (biofilm) ed i secondi le incrostazioni calcaree. Una pratica comunemente consigliata è quella di effettuare il lavaggio delle tubature in assenza di animali, impiegando 2 volte il detergente alcalino e una volta quello acido o, nel caso di acqua molto dura, 1 e 1.
Salinità e solidi totali disciolti
La salinità è un parametro molto importante da considerare per l’abbeverata degli animali; essa è equivalente ai solidi totali disciolti (STD), i quali vengono espressi come milligrammi di residuo fisso per litro di acqua dopo essiccamento a 180°C.
La tabella 1 mostra come acque con una concentrazione di STD superiore a 3.000 mg/l provochino i primi effetti negativi sull’organismo.
Contenuto di solidi totali disciolti nell’acqua di bevanda e possibile effetti nel suino (Tratto da: Incontro GVS 9 Luglio 2008; Aggiornamenti tecnici filiera suini – Dr. Paolo Casappa, CEVA)
Contaminanti chimici
L’inquinamento chimico delle acque è dovuto principalmente allo scarico di rifiuti industriali nei corsi d’acqua e nei terreni e all’utilizzo massiccio di fitofarmaci in agricoltura.
I contaminanti chimici si possono suddividere fondamentalmente in due categorie: organici e inorganici.
Nel caso dei contaminanti organici si tratta di sostanze che contengono carbonio; spesso sono sostanze non degradabili o che impiegano tempi lunghissimi per decomporsi. Tra le principali categorie di contaminanti organici ci sono la trielina, i tetracloroetilene e i composti organoalogenati in genere, idrocarburi vari, aloformi o derivati alogenati del metano.
Fra i contaminanti inorganici meritano una particolare attenzione i nitrati e i nitriti, i solfati, i cloruri, l’acido solfidrico, alcuni elementi minerali e i metalli pesanti.
Nitrati e nitriti
La contaminazione delle falde acquifere con nitrati e nitriti avviene principalmente tramite lisciviazione dal terreno. Il fenomeno della lisciviazione dei nitrati si verifica quando grandi quantità di nitrato libero presenti negli strati più esterni del terreno viene allontanata dall’acqua di percolazione verso gli strati più interni fino ad arrivare alla falda (es. a causa di abbondanti piogge). Un alto livello di nitriti o nitrati può anche essere indicativo di contaminazione batterica. I nitriti sono 10 volte più tossici dei nitrati negli animali monogastrici.
Livelli moderati di nitrati sono in grado di provocare diversi problemi, quali riduzione della crescita, aumento di infertilità, carenza di vitamina A e disturbi all’apparato digestivo, ma la loro pericolosità aumenta notevolmente se vengono trasformati in nitriti, composti molto tossici in grado di rendere impossibile il trasporto dell’ossigeno ai tessuti. Una forte ingestione di nitrati può determinare un eccessivo accumulo nel sangue di nitriti, in grado di reagire con l’emoglobina, trasformandola in metaemoglobina e riducendo in questo modo l’apporto di ossigeno alle cellule, con conseguenti difficoltà respiratorie, cianosi, tremori, incoordinamento dei movimenti e possibile esito mortale.
Solfati
Nella letteratura vi è una notevole incoerenza per quanto riguarda l’effetto del contenuto di solfato nell’acqua sulle prestazioni dei suini.
Livelli elevati di solfato nell’acqua da bere porterà inevitabilmente alla diarrea nella maggior parte delle classi di suini. I suini più giovani sono i più suscettibili, ma anche le scrofe avranno una diarrea transitoria se passate rapidamente ad acqua ricca di solfati. Per i suini giovani, livelli bassi come 750 ppm possono essere problematici, mentre gli animali più anziani sono tolleranti anche a livelli più alti.
L’acqua con 3.500 ppm di solfato non è adatta alle scrofe e in genere l’acqua con più di 4.500 ppm non dovrebbe essere utilizzata per alcuna specie di allevamento.
Metalli
Per metalli pesanti si intendono convenzionalmente quei metalli che hanno una densità maggiore di 4,5 grammi per centimetro cubo; esempi di metalli pesanti sono arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, tallio, vanadio. I metalli pesanti data la loro tossicità, hanno una soglia di concentrazione ammessa molto bassa, generalmente dell’ordine dei microgrammi (milionesimi di grammo) per litro. Talvolta è sufficiente una quantità piccolissima di un qualsiasi metallo pesante per rendere un’acqua non idonea all’uso potabile: per esempio, sono sufficienti 5 mg di cadmio per contaminare 1 m3 di acqua.
Infine, alcuni minerali come ferro, manganese, rame, zinco, se presenti in quantità elevate possono avere un’attività fortemente corrosiva sulle attrezzature e provocare inconvenienti e problemi di varia natura e gravità sugli animali. Per esempio, possono provocare una forte riduzione del consumo idrico per sapori e odori sgradevoli e per torbidità dell’acqua; inoltre, la presenza di ferrobatteri è in grado di produrre una “fastidiosa” melma rossastra che può provocare anche un eventuale riduzione del flusso.
Altri contaminanti inorganici
La presenza di alte concentrazioni di cloruri nell’acqua (dovute a problemi di non corretta clorazione) è in grado alterarne il sapore e di accelerare la corrosione dei metalli. Nei bovini non si può escludere che concentrazioni elevate possano interferire sulle fermentazioni ruminali.
Anche l’acido solfidrico, un gas facilmente riconoscibile per il caratteristico odore di uova marce, è in grado di alterare la qualità dell’acqua. Può essere ritenuto un indice di scarsa qualità dell’acqua potabile, anche se esistono acque sotterranee contenenti acido solfidrico ma assolutamente pure da un punto di vista microbiologico.
Contaminazione batterica
La contaminazione batterica è attualmente considerata un problema serio per l’acqua destinata sia all’uso umano che a quello zootecnico.
Tra i possibili indicatori di contaminazione biologica dell’acqua vengono generalmente presi in considerazione i coliformi totali e fecali, gli streptococchi fecali e i batteri totali.
Il grado di inquinamento dell’acqua da parte dei batteri è tradizionalmente stimato misurando il livello di coliformi.
Va sottolineato, tuttavia, che il livello effettivo che può avere un impatto sulla qualità dell’acqua varierà a seconda della virulenza dei batteri specifici presenti. Negli allevamenti, vari gravi agenti patogeni possono essere trasmessi dalle fonti d’acqua, contribuendo all’insorgere di varie patologie. È essenziale che gli allevamenti si dotino di un’adeguata gestione dell’acqua e osservino pratiche igienico-sanitarie per ridurre al minimo il rischio di contaminazione da agenti patogeni e conseguenti epidemie. Esami regolari, una buona igiene e il rispetto di adeguate misure di biosicurezza sono essenziali per garantire la salute e la sicurezza sia degli animali che degli esseri umani.
COME AFFRONTARE UN PROBLEMA DI QUALITA’ DELL’ACQUA
Per garantire una fornitura di acqua di buona qualità, è fondamentale un monitoraggio regolare. Come minimo, la qualità dell’acqua dovrebbe essere monitorata almeno una volta all’anno e dovrebbe sempre includere una misurazione della contaminazione batterica (coliformi).
Tecniche di trattamento dell’acqua
Una sfida importante per quanto riguarda il trattamento dell’acqua è identificare un sistema di trattamento adatto che sia non solo efficace ma anche conveniente. Vari metodi di trattamento dell’acqua (ad esempio clorazione, filtrazione e regolazione del pH) sono disponibili per l’industria zootecnica.
Problema | Soluzione
|
Coliformi elevati | Clorazione |
Durezza eccessiva | Addolcitore |
Nitrati, altri composti (minerali vari) | Sistemi di trattamento a scambio ionico o osmosi inversa |
Concentrazioni eccessive di ferro | Filtro a stadi o a sabbia, addolcitori trivalenti (calcio, magnesio, ferro) |
pH troppo elevato | Acidificazione |
Soluzioni praticabili per correggere la qualità di acqua di abbeverata dei suini.
Contaminazione microbica: il programma integrato PitPharm per risultati immediati e a lungo termine
Questo programma completo di igiene dell’acqua comprende 4 passaggi: 1) Analisi dell’acqua; 2) Pulizia dei serbatoi, tubi e abbeveratoi impiegando detergenti non schiumogeni; 3) Disinfezione dei serbatoi e dei tubi con soluzioni disinfettanti ad azione immediata; 4) Trattamento continuo dell’acqua.
- ANALISI DELL’ACQUA: Determinazione della concentrazione di coliformi (e ricerca di specifiche specie batteriche se si sospetta una particolare problematica sanitaria) e dei principali parametri chimici dell’acqua di abbeverata. I campioni di acqua vanno prelevati dagli ultimi abbeveratoi dei capannoni ed in caso di inidoneità (es. carica batterica eccessiva o presenza di specifici patogeni), nuovi campioni andranno prelevati se possibile all’ingresso dei singoli capannoni (se la contaminazione era limitata solo a uno od alcuni di essi) e tassativamente al punto di ingresso generale dell’acqua in allevamento.
- LAVAGGIO CON DETERGENTE NON SCHIUMOGENO:
- Svuotare il sistema;
- Aggiungere un detergente non schiumogeno alcalino nel sistema (oppure impiegare un detergente acido in presenza di importanti incrostazioni calcaree)
- Far circolare la soluzione nel sistema e assicurare un tempo di contatto di circa 2 ore (nel caso di detergente acido occorre seguire le specifiche istruzioni riportate in etichetta ed assicurarsi la compatibilità con i materiali dell’impianto, comprese le pompe dosatrici).
- Svuotare il sistema e risciacquare con acqua pulita.
- DISINFEZIONE:
- Disinfettare il sistema (es. con disinfettante a base di perossido di idrogeno e acido peracetico): impostare il tasso di diluizione necessario utilizzando una pompa di dosaggio.
- Svuotare l’acqua alla fine della linea di abbeverata fino a quando la soluzione raggiunge il punto finale dell’impianto.
- Lasciar agire la soluzione disinfettante a contatto con le superfici interne dell’impianto per circa 2 ore;
- Far fuoriuscire i residui di disinfettante e sporco dalla linea di abbeverata mediante acqua pulita.
- Prima di introdurre nuovi animali, accertarsi del corretto funzionamento di tutti gli abbeveratoi (succhiotti), che, se necessario, vanno smontati e ripuliti da sporco e incrostazioni che si sono distaccati dall’interno delle tubature.
Nota: è essenziale che nessuna parte del sistema idrico venga trascurata nella procedura di pulizia e disinfezione.
- TRATTAMENTO CONTINUO DELL’ACQUA: Scegliere un trattamento adatto alla disinfezione dell’acqua (es. con composti del cloro o perossido di idrogeno e acido peracetico) al fine di evitare il ristabilirsi della matrice di esopolisaccaridi che costituisce il biofilm e per garantire la disponibilità di acqua pulita (impiegare prodotti specifici autorizzati per la potabilizzazione dell’acqua di bevanda).

Una gestione responsabile dell’acqua è fondamentale per garantire il benessere degli animali, ottimizzare i costi e migliorare la produttività del tuo allevamento. SCARICA la nostra guida sul trattamento dell’acqua e chiedici informazioni per una consulenza personalizzata: insieme possiamo trovare le migliori soluzioni per la tua azienda!
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